PATRIMONIO CULTURALE, IMMAGINI E COMUNITA’

Le immagini del patrimonio culturale sono un’eredità condivisa?
Affrontiamo il tema della liberalizzazione dell’uso delle immagini del patrimonio culturale pubblico, un bene immateriale la cui limitazione dovrebbe rappresentare solo un’eccezione, e che invece…

Un acceso dibattito pone al centro il libero utilizzo delle immagini del nostro patrimonio culturale inteso come cultural commons, per cui le riproduzioni di opere d’arte pubbliche nel pubblico dominio sono, esse stesse, patrimonio comune e come tali devono essere trattate. Anche per quelle finalità commerciali rimaste sinora escluse dal regime di liberalizzazione.

A CURA DI Daniele manacorda e mirco modolo

Le immagini del patrimonio culturale.
Un’eredità condivisa?

Le riforme del Codice dei beni culturali avviate nell’ultimo decennio hanno generato un ampio confronto, non solo fra gli addetti ai lavori. In particolare la liberalizzazione dell’uso delle immagini del patrimonio culturale pubblico per fini di studio, ricerca e libera manifestazione del pensiero, introdotta nel 2014 (c.d. Art bonus), ha suscitato una presa di coscienza dell’importanza della percezione della pubblicità del patrimonio da parte della popolazione italiana.

Il dibattito si è quindi esteso a considerare l’ipotesi di libero riutilizzo delle riproduzioni di beni culturali, anche per quelle finalità commerciali rimaste sinora escluse dal regime di liberalizzazione.

Al centro di questo volume, nel quale sono pubblicati gli atti dell’omonimo convegno promosso dalla Fondazione Aglaia (Firenze, 11/06/2022), si collocano interrogativi di stringente attualità: ha senso oggi porre limiti, in piena era digitale, alla diffusione delle immagini del patrimonio culturale pubblico? Come impedire l’uso di un bene immateriale che appartiene a tutti? E, soprattutto, perché? Perché, ad esempio, siamo liberi di eseguire le note dell’Inno nazionale ma non possiamo riprodurre liberamente l’immagine dello spartito autografo?

Nella prima parte del volume sono chiamati a misurarsi con questo tema giuristi, economisti, rappresentanti dell’università, del ministero e dell’ associazionismo, mentre la seconda parte raccoglie esperienze tratte dall’imprenditoria culturale e da istituti culturali pubblici e privati.


Guarda la presentazione del libro!

Gli autori

Daniele Manacorda

Archeologo

Ha insegnato Archeologia negli atenei di Siena e Roma 3. Si è occupato di storia urbana, di cultura materiale, di relazioni tra sistemi di fonti, del ruolo dell’archeologia nella società contemporanea. È attualmente membro della Commissione scientifica
delle Scuderie del Quirinale.

Mirco Modolo

Archivista

E’ archeologo e archivista, autore di monografie di argomento storico-antiquario e di numerosi contributi sul tema della valorizzazione della documentazione archivistica e della riproduzione del bene culturale pubblico. Ha collaborato con l’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale (Ministero della cultura) alla stesura delle recenti “Linee guida per l’acquisizione, la circolazione e il riuso delle riproduzioni dei beni culturali in ambiente digitale”.

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PEC: fondazioneaglaia@pec.it

Tel: 339 75 44 894


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