ARCHEOLOGIA PARTECIPATIVA 

Il progetto 
“ATT-MODEL, archeologia generaTTiva per la cura del patrimonio culturale”
 

Finanziato sul bando “Rigenerazione urbana a base culturale” della Regione Toscana nell’ambito del programma per l’autonomia dei giovani “GiovaniSì”, svoltosi tra maggio 2020 e giugno 2021, ha creato un modello applicativo di archeologia partecipativa,  basato sul partenariato tra pubblico, privato e comunità, per la formazione di gruppi di lavoro finalizzati al recupero, alla cura e alla manutenzione del patrimonio storico-culturale in stato di degrado, al fine di incrementare il senso di appartenenza dei cittadini, recuperare siti abbandonati e generare impatto sociale, culturale ed economico sul territorio. 

La via di nord-ovest

L’idea è nata dalla volontà di recuperare alcune strutture significative per la storia di Populonia, emerse da vecchi scavi condotti da Soprintendenza e Università e dimenticati al termine dell’indagine: in particolare un tratto delle mura di età ellenistica che cingevano l’Acropoli della città, alcune antichissime tombe a camera della necropoli di Piano e Poggio delle Granate nel golfo di Baratti e il sito di San Cerbone Vecchio sul versante settentrionale del poggio del Castello. 

Il lavoro di pulizia e messa in sicurezza delle strutture è stato svolto da archeologi professionisti coadiuvati da volontari adeguatamente formati e il bene così “rigenerato” è stato inserito in percorsi turistico-culturali come leva di valorizzazione del territorio.

Su iniziativa dei cittadini/volontari/partecipanti, il progetto ha dato vita a “La via di nord-ovest. Una passeggiata nella storia da Poggio del Molino a Populonia” , in cui il Parco di Archeologia Condivisa di  Poggio del Molino rappresenta la “porta” di accesso al Parco di Baratti e Populonia, il punto di  partenza per scoprire la biodiversità, le storie e i personaggi che nel corso dei secoli hanno  attraversato il golfo di Baratti fino al Castello di Populonia. 

La via di nord-ovest è stata strutturata come un cammino pluristratificato scandito da oltre venti tappe composte da scavi archeologici (da Poggio del Molino alla necropoli delle Granate, la Casa dei Semi, il tratto delle mura dell’Acropoli fino al sito di San Cerbone Vecchio), architetture sperimentali (Casa Esagono e Casa Salandrini dell’architetto Vittorio Giorgini), archeologia industriale (con i resti degli impianti novecenteschi per il recupero delle scorie di ferro delle lavorazioni etrusche e romane), luoghi suggestivi di svago e attività di cui resta memoria nelle tracce materiali nascoste nella macchia (come il primo Club Mediterranée allestito in Italia), nelle foto d’epoca e nella memoria collettiva della comunità.

Il percorso è composto da tre segmenti di diversa lunghezza e difficoltà: da Poggio del Molino ai Villini di Baratti, da qui all’antica Porta che si apre alle spalle del porticciolo, e infine la via della Romanella che sale fino al Castello di Populonia, per un totale di 6,7 km.

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